In seguito alle verifiche da parte delle scuole polo, migliaia di insegnanti assunti come supplenti con le graduatorie provinciali, stanno ricevendo la lettera di licenziamento, mettendo a dura prova la continuità didattica.
I problemi delle Gps continuano ad avere effetti anche a fine anno: infatti, in questi giorni, in seguito alla verifica da parte delle scuole polo, migliaia di supplenti nominati negli scorsi mesi tramite le nuove graduatorie provinciali (GPS) stanno ricevendo la comunicazione di licenziamento. Il motivo? I punteggi sbagliati con i quali sono stati assunti i precari, adesso, essendo al vaglio delle verifiche, diventano motivo di esclusione dalla graduatoria.
Quando sono state pubblicate le graduatorie provinciali in forma definitiva, ovvero senza una lista provvisoria di candidati, le polemiche di precari e dei sindacati erano proprio incentrate su questo, ovvero non vi era la possibilità di correggere gli errori, spesso materiali, dovuti al sistema che non ha funzionato al massimo in diversi momenti. Quindi, niente rettifica di punteggi, se non in una minoranza di casi.
Eppure esisteva la possibilità di correggere gli errori: come spiega Italia Oggi, la procedura che prevede la possibilità di correggere e integrare le domande è nota agli addetti ai lavori alla stregua di soccorso amministrativo: l’amministrazione va in soccorso dei cittadini per consentire loro di accedere al beneficio richiesto. Specie quando si tratta di procedure complicate che mettono a dura prova anche gli addetti ai lavori.
Il soccorso amministrativo in questo caso non è stato attivato. E non è stato nemmeno effettuato il controllo preventivo da parte degli uffici scolastici che, per prassi, consente in qualche misura rettifiche e integrazioni nella fase dei reclami.
Agli uffici, è stato assegnato solo il compito di correggere gli errori del sistema effettuati nella compilazione delle graduatorie. Ma siccome le graduatorie provinciali sono state pubblicate già in forma definitiva, si è dovuto procedere alle correzioni tramite i decreti di rettifica.
Si tratta di una beffa per i docenti licenziati: infatti, se l’amministrazione avesse fatto i controlli prima delle assunzioni, prosegue Italia Oggi, avrebbero comunque avuto titolo a concorrere alle assunzioni a tempo determinato con i punteggi effettivamente spettanti. E molti di loro avrebbero potuto ottenere in ogni caso una supplenza addirittura dal 1° settembre.
Ma il danno, forse maggiore, lo subiscono senza dubbio gli studenti: il cambio di docente in corso incide senza dubbio sulla continuità didattica, messa a dura prova non solo ogni anno scolastico dalle poche stabilizzazioni e i continui valzer di supplenti, ma anche dai cambi di insegnante nel corso dello stesso anno scolastico a causa di problemi “burocratici”. Problemi che non dovrebbero pagare mai gli alunni.