Il difficile mestiere dell'insegnante: 4 storie vere

Il difficile mestiere dell'insegnante: 4 storie vere

Per capire il difficile mestiere dell’insegnante, abbiamo deciso di intervistare coloro che svolgono questa amata professione. Chi meglio di loro può raccontare cosa significa essere e fare l’insegnante? Quali sono le difficoltà che maggiormente si riscontrano durante il mestiere di insegnante? Tanto è vero che a volte ci si chiede perché fare l’insegnante?

Sicuramente per l’ultimo quesito la risposta è semplice. Si diventa insegnanti per vocazione, per attitudine e per predisposizioni naturali. Fare l’insegnante non è una professione per tutti, perché richiede sacrifici, sforzi, dedizione e pazienza.

Il difficile mestiere dell’insegnante: ecco le testimonianze

Vediamo ora le testimonianze che hanno come oggetto il mestiere dell’insegnante, che in molti, anche un po’ sarcasticamente hanno tradotto come il difficile mestiere dell’insegnante.

  • Sono una maestra da quasi 40 anni, ho iniziato presto nella scuola dell'infanzia e poi alla primaria. Il mio lavoro è diventato presto la mia passione, la mia missione, la mia gioia nei tanti periodi duri della mia vita personale. Mi piace stare con i bambini, con le colleghe. Amo il mio lavoro e lo svolgo sempre con allegria, cercando di aggiornarmi sempre. Poche regole e passione: questa è la ricetta per insegnare a leggere, a scrivere e a contare. Mi piace insegnare la storia e ho sempre trasmesso questa passione ai miei alunni. Le difficoltà le sto incontrando negli ultimi anni, come risultato delle scellerate scelte fatte dai governi. Le altre difficoltà vengono dalle famiglie spesso troppo disinteressate all'istruzione e a seguire i bambini nell'esperienza scolastica. Ho riscontrato difficoltà nel gestire ormai da sola data Bes e diversamente abili. Per il resto il mio lavoro resta la mia vita, ho ancora molto da offrire.

Vogliamo inoltre riportarvi le riflessioni di un insegnante di Scienze Umane e Filosofia presso il Liceo Moretti dell'Istituto Beretta di Gardone V.T (Bs), pedagogista, da anni referente d'Istituto per studenti con Bisogni Educativi Speciali, esperto in Disturbi Specifici d'Apprendimento. In passato insegnante di sostegno specializzato nella scuola primaria. Si tratta di Paolo Cantù Gentili.

  • Si dice sia il mestiere più bello del mondo ed in parte è vero perché si è a contatto con il futuro del mondo. È stimolante perché, se fatto come va fatto, obbliga al continuo aggiornamento delle conoscenze e delle proprie convinzioni. Per gli aspetti negativi, si tratta di un lavoro sottopagato e con una considerazione molto bassa soprattutto in Italia. Si rischia stress e burn out non per i ragazzi, ma per la struttura burocratica soffocante che imbriglia anche le migliori intenzioni. Spesso le mortifica. Se gli insegnanti non gettano la spugna, è per le soddisfazioni che hanno con i ragazzi. Oggi i conflitti con le famiglie sono frequenti e molto aspre. Si delega alla scuola ma non si accetta il confronto nel merito dei problemi.

In merito è intervenuta su il difficile mestiere dell’insegnante una docente della provincia di Lecce.

  • Fare l’insegnante significa fare il lavoro più bello, difficile e stimolante che ci sia. Lavorare come insegnante permette di non perdere le speranze verso un futuro migliore, consapevole della situazione socio-economica e politica in cui ci troviamo e perciò volenterosa di cambiarla. Lo studente, attraverso lo studio, che non deve essere recepito come mera capacità mnemonica, dovrà puntare al cambiamento. Non per giungere all’individualismo, ma alla condivisione e al rispetto.

Infine, riportiamo la riflessione di un’insegnante campana su il difficile mestiere dell’insegnante.

  • Il problema maggiore è stato lo stop lavorativo che ho subito. Quando, per motivi molto seri, ho dovuto lasciare Milano e mi sono trasferita in provincia di Avellino, la mia carriera di insegnante si è bloccata. Usando le maestre del potenziamento sulle supplenze i precari non lavorano. Ora quello che provo e ho provato è un profondo sconforto, pensando che forse non arriverà mai il mio momento; nonostante laurea, master, corsi e competenze. Da quando sono qui il mio atteggiamento nei confronti della vita è cambiato. Le scuole qui sono piene. Io purtroppo ho dovuto lasciare Milano per cui soffro due volte. Qui ti senti nulla; al nord ti chiamano senza dover pregare santi.

Abbiamo voluto raccontare quattro diverse situazioni sul mestiere dell’insegnante al fine di fornirvi una panoramica più ampia possibile.

Il nostro staff ringrazia la disponibilità degli insegnanti che sono intervenuti, sperando di aver chiarito  un po’ i vostri principali dubbi sul perché fare l’insegnante e cosa significa essere insegnante.


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