La scuola italiana detiene da tempo un particolare primato, quello delle vacanze estive più lunghe d'Europa, con 13 settimane.
Per quale motivo? Sembra assurdo, ma questa scelta risale a oltre un secolo fa, quando per permettere anche ai figli dei contadini di seguire la scuola e contemporaneamente essere una forza lavoro nel periodo della mietitura del grano, si era stabilita questa lunga pausa estiva.
Pausa che, al giorno d'oggi, è di certo anacronistica, essendo totalmente cambiati i mestieri e gli stili di vita. Non solo: è anche sempre più problematica, perché obbliga i genitori – in particolare con figli più piccoli – a trovare un'alternativa alla scuola per quasi 14 settimane.
Qual è il trend europeo rispetto alle vacanze estive consecutive?
Si va da un minimo di 6-8 settimane consecutive (Francia, Germania, Regno Unito, Norvegia, ad esempio) alle 10-12 (Finlandia Grecia, Islanda, Portogallo, Spagna, Ungheria). Solo la Lettonia, Lituania e Turchia hanno praticamente 13 settimane di vacanze come l'Italia.
Molti paesi suddividono inoltre le vacanze in pause più brevi: oltre ai periodi di Natale, Carnevale e Pasqua, c'è anche uno stop autunnale e primaverile.
In Francia ad esempio, le scuole sono chiuse luglio e agosto e ogni 6 settimane di frequenza ce ne sono due di stop. In questo modo si arriva a fine giugno meno stanchi e si riprende a inizio settembre senza aver dimenticato tutto.
La lunga pausa estiva è anche un periodo in cui gli studenti sperimentano una regressione delle conoscenze apprese: secondo l’American Educational Research Association, più del 51% dei ragazzi va incontro a «summer learning loss», ossia perde tra il 17 e il 28% di nozioni in campo umanistico e tra il 25 e il 34% in matematica.
Sicuramente un problema non indifferente per l'apprendimento scolastico, che potrebbe appunto essere evitato distribuendo meglio i giorni di vacanza.
Il dibattito sui giorni di ferie degli insegnanti esiste da sempre. Il credo comune dell'opinione pubblica infatti è che gli insegnanti facciano tre mesi di ferie all'anno, anche se nella realtà non è esattamente così. Anche Lorenzo Jovanotti nei mesi scorsi si è lasciato andare a qualche luogo comune di troppo.
Quanti sono realmente i giorni di ferie di un insegnante? Il personale assunto a tempo indeterminato ha diritto a 30 giorni di ferie per anno scolastico se ha un’anzianità di servizio inferiore ai tre anni. 32 giorni di ferie, invece, se ha un’anzianità di servizio superiore ai tre anni. In sostituzione delle festività soppresse, al personale della scuola sono attribuite 4 giornate di riposo, da fruire nel corso dell’anno scolastico a cui si riferiscono.
Il personale docente di tutti i gradi di istruzione può richiedere di fruire delle ferie nei giorni di sospensione delle lezioni e delle attività didattiche definiti dai calendari scolastici regionali, ad esclusione di quelli destinati agli scrutini, agli esami di Stato e alle attività valutative.
Su “Il Gazzettino” sono raccolte le impressioni di alcuni genitori che devono divincolarsi tra campus estivi, congedi parentali e baby sitter.
Una mamma ha addirittura lanciato una raccolta firme online in cui si chiede al Governo di posticipare la fine della scuola almeno ai primi di luglio: “Ma quale professione al mondo prevede che si stia a casa 90 giorni consecutivi?”.
Poi aggiunge: “Chi non può permettersi i campus estivi che fa? io che devo e voglio lavorare, cosa dovrei fare? Usiamo gli spazi didattici nei mesi estivi per insegnargli qualcosa di utile, tipo inglese o informatica”.
C’è, però, chi corregge la mamma: “La scuola non è un parcheggio”.
Il dibattito è acceso anche sui social, anche da parte degli insegnanti, ad esempio sulla pagina Facebook di Orizzonte Scuola, dove si leggono questi commenti:
“Io vorrei vedere questi genitori all’età dei loro figli che fremono per andare a scuola in estate… bambini e ragazzi sono già completamente assenti dai primi di maggio. Voglio vedere giugno e luglio cosa farebbero dentro aule scolastiche che sono forni. Ricordo inoltre che noi docenti non siamo né baby sitter, né animatori. La scuola non è campus estivo, è luogo di apprendimento ed educazione”.
Ecco il messaggio di un altro docente che spiega perché gli insegnanti non hanno tre mesi di vacanze all'anno: “Ho la plenaria degli esami di Stato il 20 giugno, devo preparare e correggere la prova scritta a circa 60 candidati, poi gli orali. Finirò se tutto va bene a metà luglio. A fine agosto abbiamo il recupero dei debiti. Mi sono rotta di leggere ste cavolate!!!”.