Lo Ius Scholae arriva in Parlamento, proposta cittadinanza ai minori stranieri dopo 5 anni di scuola. La maggioranza si spacca.

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L'Aula della Camera ha iniziato l'esame della proposta di legge sullo ius scholae, diventato subito occasione per un nuovo scontro nella maggioranza. 

Il testo in discussione consente l’ottenimento della cittadinanza italiana al minore straniero nato in Italia, o arrivatovi dopo entro il 12esimo anno di età, e che, senza interruzioni di residenza, abbia frequentato regolarmente la scuola italiana per almeno cinque anni.

Per ottenerla c’è bisogno che i genitori, entrambi residenti in Italia, rendano una “dichiarazione di volontà” entro il compimento della maggiore età del giovane. Questi può eventualmente farne richiesta autonoma entro il 20esimo anno di età qualora i genitori non abbiano reso quella dichiarazione. 

La discussione politica 

“È una legge attesa da 30 anni – ha spiegato il capogruppo PD Debora Serracchiani – mi rivolgo a tutti i parlamentari affinché ascoltino l’opinione della maggioranza degli italiani e mettano da parte le bandierine ideologiche”.  

Sulla stessa linea il Movimento 5 stelle, con l’ex ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina che ha parlato di “una comunità scolastica unita per chiederne l’approvazione”. 

La polemica è stata invece lanciata dalle destre, con Giorgia Meloni che ha parlato di “provvedimenti ideologici e fuori dal mondo, portati avanti da una sinistra PD-Cinquestelle ormai lontana anni luce dal mondo reale e dai problemi concreti dei cittadini”. 

Matteo Salvini ha invece riunito i propri deputati leghisti e consegnato al capogruppo Riccardo Molinari un messaggio di avviso al premier Mario Draghi in cui minaccia di togliere l’appoggio qualora non ci si occupi del rincaro del gasolio.

La normativa attuale 

È bene infine tenere presenti le differenze che caratterizzano lo ius scholae rispetto ad altri istituti come lo ius sanguinis e lo ius soli. 

Lo ius sanguinis è il principio attualmente in vigore in Italia per l’acquisizione della cittadinanza. Prevede che sia italiano chi nasce da almeno un genitore in possesso della cittadinanza, costituendo appunto una discendenza di sangue. Gli stranieri che arrivano nel paese, possono chiedere la cittadinanza per naturalizzazione solo dopo 10 anni di permanenza continuativa sul suolo italiano. I loro figli devono poi aspettare il 18esimo anno di età, dimostrando di aver vissuto ininterrottamente in Italia dal momento della nascita. 

Secondo il principio dello ius soli invece il diritto di cittadinanza si ha con la nascita sul territorio di uno Stato. La nazionalità dei genitori in questo caso non conta. Ad applicarlo sono quasi tutti i paesi del continente americano, a cominciare dagli Stati Uniti. Stati europei come il Regno Unito, la Germania e la Francia ne applicano invece forme modificate con regole di cittadinanza più restrittive. 


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