Commissione di maturità nega per errore il 100 a una studentessa. Il padre chiede 200mila euro di danni al Ministero.

Una valutazione sul diploma di maturità di 98/100, quando in realtà Flavia Autiero Celidonio di Sulmona, provincia dell’Aquila, aveva raggiunto il tanto agognato 100/100.

L’assurdo errore commesso dalla commissione dell’esame di maturità è stato però riconosciuto dal Tribunale amministrativo regionale, e potrebbe portare a ulteriori conseguenze per il ministero dell’Istruzione, almeno a quanto annunciato dal padre della ragazza, avvocato di professione.

Dal ricalcolo della scheda i giudici del Tar hanno disposto la rettifica del voto finale, annullando il provvedimento con cui l’Istituto Superiore “E. Fermi” di Sulmona aveva assegnato il 98 su 100 alla ragazza.

L’errore è stato nella somma delle votazioni parziali della prova orale ed è descritto nei dettagli nella sentenza: «Il punteggio assegnato per ciascuno dei cinque indicatori della valutazione è di 7, 6, 6, 3 e 3, la cui somma è 25 e non 23 come erroneamente riportato».

Dal Tar Abruzzo è arrivata anche la condanna per il ministero dell’Istruzione al pagamento delle spese processuali fissate in 1.500 euro ma a Giovanni Autiero Celidonio, padre-avvocato che ha rappresentato le ragioni della figlia, non basta: «Chiederò un risarcimento di 200mila euro» ha dichiarato al sito Open Online.

«L’estate di mia figlia e della mia famiglia è stata rovinata» ha aggiunto, e il riferimento non è soltanto alla lode che la ragazza si aspettava e non ha potuto avere a causa dell’errore. Senza il voto di 100 infatti Flavia ha dovuto pagare tasse universitarie più elevate, non potendo accedere alle riduzioni previste per chi si diploma col voto massimo.

«L’errore è stato scoperto e ammesso, ma chissà quanti altri se ne fanno. Un voto sbagliato a volte può cambiare una carriera».

Il padre ha anche dichiarato, scherzando, che avrebbe regalato un pallottoliere alla scuola, ‘così impareranno a fare i conti’.