Le maniche rimboccate, gli occhi che scrutano e studiano davanti allo schermo, i consigli, i consulti, i tentativi falliti e quelli sorprendentemente riusciti. Tutto in un mese. I provvedimenti sono tanti, i problemi pure, ma si è solo all’inizio.
Questa mattina nella puntata di “Tutti in classe” su Radio1 Rai, a parlarne è stata direttamente la Ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina.
Il Sole 24 ore ha pubblicato questa mattina dei dati di monitoraggio che sta raccogliendo il Ministero dell'Istruzione: 9 scuole su dieci portano avanti la didattica a distanza ma per 8 scuole su 10 è una scelta recente imposta dall'emergenza sanitaria.
La ministra risponde: “noi ci siamo attivati immediatamente con la didattica a distanza. Ci sono degli aspetti positivi legati a delle realtà scolastiche che erano già preparate e formate, che avevano approfittato – in senso buono – delle opportunità, anche economiche, che il Ministero dell'Istruzione aveva dato nel corso degli anni.
Ci sono invece altre realtà più deboli. Lì sta il problema, e noi come Ministero abbiamo provato a dare una risposta, tramite gemellaggi con scuole più avanzate”.
Azzolina tiene a sottolineare che “non è una differenza tra Nord e Sud, perché ci sono delle realtà di eccellenza a Sud come nel Nord. La situazione va un po' a macchia di leopardo, ed è legata al digital divide”.
Per “digital divide” si intende la differenza tra coloro che hanno strumenti informatici e rete internet adeguata, e chi non ha invece questi strumenti per lavorare. Non tutti gli studenti o insegnanti hanno quindi questi strumenti, 1 su 4 è senza mezzi, si evince sempre dal monitoraggio.
Per questo motivo, il MIUR ha stanziato 85 milioni di euro per arrivare anche alle persone che non hanno strumenti. Quando arriveranno e come verranno distribuiti? Il monitoraggio voluto dalla Ministra serve anche a capire come distribuire queste risorse. Nei prossimi giorni si firmerà il decreto con cui si andrà ad utilizzarle.
Ci sono però altre difficoltà oggettive, per esempio quelle che riguardano la valutazione degli studenti, che si chiedono se saranno promossi, se l'anno scolastico è valido, se le valutazioni su piattaforma digitale sono valide come in quelle reali.
La Ministra risponde: “l'anno scolastico sarà valido. Sulla valutazione: gli insegnanti, sulla base dei criteri stabiliti nel collegio dei docenti, hanno la piena libertà di valutare come ritengono più giusto. Questo lo stavano già facendo tantissimi insegnanti, lo si può fare”, precisando però: “io non ho l'ossessione del voto. Il problema della didattica a distanza non è la valutazione, ma stare vicino a dei ragazzi che in questo momento sono smarriti, che vanno sostenuti, che vanno rassicurati, perché hanno perso i loro punti di riferimento, non hanno più la routine che avevano prima e alla quale si affidavano. Gli insegnanti per loro in questo momento sono fondamentali, dal punto di vista non solo degli apprendimenti, ma dal punto di vista prettamente emotivo, soprattutto in quelle zone come la Lombardia, a cui da parte mia va un grandissimo ringraziamento, in un momento di emergenza emotiva come quella che stiamo vivendo in quella regione e di ore drammatiche dove l'isolamento degli studenti e la tristezza si stanno combattendo anche grazie alla scuola. Questo perché gli insegnanti stanno regalando dei momenti sani della giornata, anche in situazioni difficilissime dove ci sono delle morti”.
Al ministero è stato anche attivato uno sportello per fornire sostegno psicologico ai ragazzi, soprattutto in quelle zone dove il bisogno di contatto si porta dietro dei lutti.
“Io l'ho voluto immediatamente – afferma la Ministra – noi abbiamo creato dei gruppi regionali, ma dal primo giorno ho detto che in quei gruppi regionali doveva essere presente la figura dello psicologo. I ragazzi hanno bisogno delle figure degli adulti, che stanno soffrendo non meno di loro, ma sono necessari, perché il rischio sarebbe l'abbandono totale. Sono necessari assieme alle famiglie, a cui va un altro mio grazie, perché stanno facendo degli enormi sforzi per la didattica a distanza: non in tutte le famiglie lo studente ha il pc, spesso lo deve dividere con i genitori che lavorano da casa. Famiglie e insegnanti in questo momento sono la base per gli studenti che ora hanno perso tutte le loro certezze”.
Se bene o male le videolezioni nella scuola secondaria di primo e secondo grado si stanno portando avanti, il momento didattico più difficile (ad esempio per l'età dei bambini) è quello nella scuola primaria.
Come si farà quindi a portare avanti in questo caso la didattica? C'è una larga fetta di docenti che ha incrociato le braccia. A loro la Ministra risponde: “penso che questi siano una minima parte innanzitutto; poi, da docente, penso che io non riuscirei mai a lasciare gli studenti per un problema di contratto o altro, perché stiamo vivendo un'emergenza planetaria. Non era mai successo finora che milioni e milioni di studenti non solo d'Italia ma del mondo restassero a casa. Come si fa quindi a dire “non mi compete”? In classe, davanti a quegli studenti, per fortuna e il prima possibile, torneremo. Bisognerà guardarli negli occhi, e gli studenti sapranno chi c'è stato e chi non c'è stato. Proprio in questi giorni sto ricevendo tantissimi messaggi di docenti e di studenti che adesso hanno ritrovato il senso della comunità scolastica. Ora gli studenti hanno trovato anche quel rispetto per i loro insegnanti che prima mancava”.
“Stiamo pensando delle possibili soluzioni che sono relative al momento in cui si ritornerà a scuola, se si ritornerà a scuola”, dice la Azzolina “bisognerà quindi tenere in considerazione, nell'Esame di Stato, ciò che gli studenti hanno fatto negli ultimi mesi. Il ministero sta riflettendo bene, per dare modo di fare un esame di maturità serio. D'altra parte bisogna anche tutelare gli studenti rispetto ai loro apprendimenti di questa ultima parte dell'anno”. L'esame di Stato guarda comunque a un percorso di cinque anni, non agli ultimi mesi di lezione.
In merito al confronto e scambio con gli altri ministri europei, Lucia Azzolina spiega: “ci stiamo confrontando molto, qualche giorno fa c'è stato il confronto sulla didattica a distanza con il ministro austriaco, questa mattina quello con il Commissario europeo all'Istruzione Maria Gabriel”.
Una settimana fa è stata proprio la Azzolina che ha aperto l'incontro dei ministri dell'Unione Europea, e oggi pomeriggio parteciperà anche alla conferenza UNESCO.
Tanti ministri europei ora stanno guardando all'Italia come ad un esempio, perché si è partiti subito con la didattica a distanza, l'unico modo per stare vicino agli studenti.