Il nuovo ministro dell’Istruzione (e del merito, ci abitueremo) Giuseppe Valditara avrà nell’attuazione di alcune riforme scolastiche già avviate i suoi primi veri compiti da titolare del dicastero di Viale Trastevere.
Su tutte la grande riforma Bianchi dello scorso giugno, che deve arrivare in tempi brevi al suo completamento per rispettare le tempistiche dei finanziamenti Pnrr.
La riforma (che vi avevamo spiegato qua nei dettagli) prevede novità sulla formazione continua dei docenti, la modifica dei concorsi scuola ma soprattutto l’introduzione di un nuovo percorso da 60 CFU (parte dei quali di tirocinio) per insegnare a scuola. Un percorso di cui ancora si attende di conoscere la norma che lo regoli in ogni suo dettaglio, bloccata dalla caduta del governo di questa estate.
Già è saltata l’introduzione del docente esperto, che dopo 10 anni e diversi corsi d’aggiornamento, avrebbe avuto diritto a un importante aumento di stipendio Non è escluso che le battaglie politiche portino a ulteriori modifiche della riforma.
La Lega, partito di Giuseppe Valditara, si è per esempio sempre mostrata contraria all’introduzione del numero chiuso per quei corsi che consentiranno l’abilitazione all’insegnamento, prevista invece dagli attuali decreti.
Non solo, Lega e Fratelli d’Italia vorrebbero introdurre un percorso molto più semplice per il reclutamento dei precari storici. Tra le ipotesi c’è il riconoscimento immediato della parte di CFU derivante da tirocinio.
Il provvedimento atteso sulla questione del percorso dei 60 CFU dovrà chiarire, tra il resto:
Importante sottolineare infine che nei 60 CFU verrà comunque riconosciuta la validità dei 24 CFU già acquisiti da tanti aspiranti docenti. La scadenza per ottenerli è però fissata al prossimo 31 ottobre.