Il caso degli spari alla maestra di Rovigo, Crepet: “Non c'è autorità se chi taglia il salame guadagna più di un docente"

Spari a Docente a Rovigo

Il caso della docente di Rovigo colpita dagli studenti con una pistola ad area compressa sta provocando indignazione in tutto il paese.  

Ad essere puniti sono stati quattro ragazzi dell’istituto superiore “Viola Marchesini”. Tra questi anche l’alunno che ha sparato e quello che ha ripreso tutto con il telefonino, in un video che ha poi fatto il giro della rete e di tutti i siti d’informazione.

La punizione scelta è di 5 giorni di sospensione ma anche la polizia è stata avvertita dell’accaduto, con la docente coinvolta che riserverà di prendere ulteriori provvedimenti.  

“Sono scoraggiata, provata e delusa – ha spiegato l'insegnante, oggi a casa in convalescenza – Cerco di fare di tutto per la formazione dei miei studenti e loro mi ridicolizzano in questo modo” 

“Più che allarmati siamo affranti. I ragazzi non hanno capito la gravità del gesto, reagendo come fosse un gioco” ha aggiunto invece la preside Isabella Sgarbi. A colpire è anche il fatto che si tratta di ragazzi delle classi prime, entrati in quell’istituto solamente da pochi giorni. “Questo impone una riflessione a noi adulti sull’educazione impartita ai giovani” ha concluso la preside.  

Le accuse di Paolo Crepet

“Una sola parola, anzi tre: orrore, orrore, orrore” ha dichiarato a La Voce di Rovigo lo psichiatra e noto volto TV Paolo Crepet.

“Se qualcuno riesce a minimizzare con la classica frase ‘ma sono solo ragazzi’ dobbiamo preoccuparci. Non sono solo ragazzi, sono degli irresponsabili totali di cui io come cittadino mi vergogno”

Come si arriva a questa situazione? Le cause per Crepet stanno soprattutto nell’autorità perduta dalla scuola. 

“Ho parlato di autorità e sono stato accusato di fascismo, ma la scuola non conta più niente, anche perché gli insegnanti prendono solo 1.400 euro al mese. Qualsiasi salumiere guadagna di più, con tutto il rispetto per i salumieri. Ma se uno taglia il salame e prende più soldi dell’insegnante di Lettere, vuol dire che è finita”.

Colpe, importanti, anche per alcune figure genitoriali: "I genitori dei ragazzi sono sempre attaccati al telefono, sui social, su Instagram. Come possono essere educatori? In molti di loro passa il messaggio che la scuola è un ostacolo noioso. Quindi evitiamo di chiere loro cosa pensano di queste faccende, sarebbe come chiedere all'oste com'è il vino".  

Quale la giusta punizione?

Sulla punizione da assegnare agli alunni coinvolti, Paolo Crepet ha un’idea chiara. 

“Chi parla di dare sberle è una persona senza midollo che introduce i ragazzi al nulla. È una frase banale. Prenderei invece i responsabili e gli direi: per i prossimi mesi tu lavori gratis il pomeriggio a scuola, pulisci i bagni, lavi a terra, pulisci i banchi. Non hai avuto rispetto di questo luogo e così imparerai a prendertene cura”.

Dello stesso avviso è l’assessore regionale all’Istruzione della Regione Veneto Elena DonazzanNon credo nelle sospensioni e non sono certo per le pene corporali ma i lavori manuali, quelli sì. Magari i ragazzi potrebbero essere rieducati al rispetto della scuola pulendola per un bel mese. Sarebbe un bel messaggio per tutti” ha spiegato all’agenzia DIRE.  


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