A poco più di un mese dall’inizio dell’invasione russa dell’ucraina, quella dei profughi è diventata una realtà che gli istituti italiani di ogni grado si stanno trovando ad affrontare.
Il Miur ha diramato i dati ufficiali, ovviamente in evoluzione degli studenti ucraini accolti. Oggi sono 8.455, così suddivisi:
Tra le regioni al primo posto per alunni ucraini inseriti c’è la Lombardia (con 1.888 ragazzi nei vari gradi d’istruzione), seguita da Emilia-Romagna e Veneto, fino alla Basilicata con 56 e al Molise con 36.
“Dopo un primo momento di difficoltà i riscontri che abbiamo avuto sono molto positivi – ha spiegato il ministro all’Istruzione Patrizio Bianchi - bambini sono stati accolti con grande attenzione in tutte le scuole e si sono potuti avvalere della mediazione linguistica”.
“Si è attivata anche la scuola paritaria, circa 7500 studenti sono stati accolti nelle scuole statali, 900 in quelle paritarie”.
Per alcuni dei ragazzi arrivati resta però un forte legame, dove possibile, con gli istituti ucraini. “I ragazzi più grandi mantengono un collegamento via Dad con il loro Paese: la mattina seguono le lezioni nelle nostre scuole, il pomeriggio si collegano con l’offerta del ministero dell’Istruzione ucraino” ha spiegato Bianchi.“Sono state poi attivate anche le scuole in ospedale. Il programma per l’estate sarà dedicato ai bambini ucraini. La necessità è mantenere attività formative in ucraino perché per loro la possibilità deve essere quella di rientrare nelle loro case e scuole”.
“In estate dovremo lavorare sulla formazione dei nostri docenti, migliorandone la capacità di dialogo in una lingua terza. Poi stiamo ragionando con gli editori su testi in ucraino o bilingue e avremo bisogno di personale in grado di trattare la condizione di questi bambini, e i loro particolari traumi, in una lingua che non è solo quella nazionale”.
Le preoccupazioni di Bianchi sono inerenti alle capacità di accoglienza della scuola italiana: “Ci troviamo in una situazione più che straordinaria, da un’emergenza senza precedenti come il covid, ora siamo in un’altra. Siamo all’ultima frazione dell’anno scolastico e abbiamo già distribuito tutte le risorse, e stiamo forzando la situazione. La scuola non ha una capienza illimitata nel ricevere”.
Sommando il tutto “servirà una capacità strutturale di fare investimenti”.