La Ministra Azzolina ha firmato l’Ordinanza che stabilisce i criteri di ripartizione delle risorse per l’organico aggiuntivo previste dal Decreto rilancio. Tradotto in numeri, si parla di 50mila assunzioni, tra docenti e ATA, già ribattezzati «precari usa e getta».
I 977 milioni già a bilancio saranno assegnati per il 50 per cento sulla base del numero degli alunni presenti sul territorio e per il 50 per cento secondo le richieste avanzate dagli Uffici scolastici regionali che hanno fatto la rilevazione delle esigenze delle scuole. Come già detto da Azzolina alla Camera, "priorità massima sarà data alla scuola dell’infanzia e al primo ciclo di istruzione, con particolare riferimento alla scuola primaria”.
La ministra Azzolina ha detto ancora: “Potremo finalmente cominciare a superare quelle norme, nate in epoca di tagli feroci alla scuola, che hanno portato al sovraffollamento delle classi". Con il Decreto rilancio si prevede, infatti, la possibilità di derogare al numero di alunni per classe "per ridurlo progressivamente".
I nuovi precari della scuola sono stati introdotti con la conversione in legge del Decreto Rilancio per rispondere all’esigenza del rientro in classe a settembre – quando si potrebbero formare classi da non più di 15 alunni – ma licenziabili all’occorrenza, se dovesse venirsi a determinare un nuovo lockdown e senza nemmeno la possibilità di percepire l’indennità di disoccupazione.
Ecco il metodo di reclutamento: queste supplenze sono indipendenti dallo scorrimento di Gae e GPS, dalle quali si attinge per posti vacanti (31 agosto) e fino al termine delle attività didattiche (30 giugno).
Le “supplenze covid” saranno invece conferite dai dirigenti scolastici attraverso lo scorrimento delle graduatorie d’Istituto, in quanto “incarichi temporanei” con data di scadenza max ultimo giorno di lezione (data che varia nelle Regioni in base al calendario scolastico) e clausola di risoluzione per giusta causa.
È probabile però che molti docenti non accettino questi incarichi, perché non è prevista indennità di disoccupazione in caso di ritorno al lockdown. Anche in questo caso, quindi, si potrebbe ricorrere di nuovo alla messa a disposizione.