«In questi ultimi giorni mi ha insegnato a non avere paura della morte, la morte che è la più grande paura di qualunque essere umano, lui l’ha attraversata con una serenità che mi ha sconvolto. Non l’ho mai visto in mezzo allo sconforto e alla tristezza, mai».
Sono le parole con cui Alberto Angela ha voluto ricordare il padre Piero, scomparso sabato scorso a 93 anni, in occasione del funerale laico celebrato ieri nella sala della Protomoteca in Campidoglio.
«Ho avuto la sensazione di avere Leonardo da Vinci in casa che dava sempre la risposta giusta in ogni settore, con capacità di sintesi e analisi in modo pacato – ha proseguito Alberto Angela - Lui amava ripetere un aforisma di Leonardo da Vinci: “Siccome una giornata ben spesa dà lieto dormire, così una vita ben usata dà lieto morire”».
«Quando ha saputo che ormai era arrivato il suo tempo ha fatto quasi un calcolo, così a spanne, di quello che rimaneva, e ha fatto tutte le trasmissioni che state vedendo adesso in onda di Superquark, un disco jazz, tutto con una forza incredibile. E poi discorsi, a noi famigliari, discorsi a voi, e poi 24 ore dopo se n’è andato».
Piero Angela ora continuerà a vivere «attraverso i libri, le trasmissioni, i dischi jazz e nei ricercatori che malgrado le difficoltà cercano di andare avanti contribuendo al nostro bene». E sarà vivo in tutte le persone «che cercano di unire, che cercano la bellezza della natura, che cercano di assaporare la vita».
La storia del più grande divulgatore TV si lega indissolubilmente a quella della RAI, per cui lavorava quando ancora non c'era la televisione, passando per momenti storici come il racconto dello sbarco sulla Luna direttamente dal Kennedy Space Center in Florida o l’esordio del rivoluzionario Quark (poi diventato SuperQuark) nel marzo 1981.
Settant’anni di televisione senza i vizi di chi la fa, le onorificenze di Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana e di Cavaliere di Gran Croce. Riconoscimenti anche all’estero, una quarantina di libri, la medaglia d’oro della cultura italiana, dieci lauree honoris causa.
Ma è solo da questo che si percepisce il senso della grandezza di Piero Angela? Non solo. Le migliaia di italiani che hanno atteso la fine della cerimonia laica per entrare nella camera ardente e rendergli un ultimo omaggio, mentre il figlio Alberto li ringraziava uno ad uno, erano lì anche per un altro motivo.
Erano lì perché quel gigante della televisione italiana, con il suo modo di stimolare la curiosità era diventato un appuntamento fisso della settimana, una colta persona di famiglia capace di guidarti, con la calma dei forti, tra le cose della vita.