Il rinnovo del contratto per i lavoratori del mondo dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca si è arenato lo scorso luglio, con la fine del governo Draghi.
In quei giorni l’aumento si aggirava sui 50 euro netti in busta paga (circa 90 lordi) con l’ex-ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi impegnato a mantenere la promessa, complicata, di portare la cifra lorda in tripla cifra.
Le notizie che arrivano sul rinnovo sono tutt’altro che incoraggianti, come dimostra l’intenzione del Governo di tagliare 3,5 miliardi alla Pubblica Amministrazione nei prossimi tre anni (lo si legge nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza) e di destinare la grande maggioranza delle risorse della Legge di Bilancio alla lotta contro il caro energia.
Antonio Naddeo, presidente dell’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, incaricata di condurre le trattative per la parte pubblica) ha espresso tutte le preoccupazioni per l’assenza di risorse dedicate al comparto scuola, mentre sanità e funzioni locali hanno già trovato i loro accordi.
“Per ora sono state stanziate solo le risorse per il pagamento dell’indennità di vacanza contrattuale” ha spiegato Naddeo sul suo blog.
Ma il problema non è solo quello delle risorse. “Il confronto con i sindacati è molto complicato in quanto occorre rivedere gli ordinamenti professionali del personale Ata della scuola, degli enti di ricerca, delle Università e delle Afam, e le posizioni sono molto diverse. In pratica è come se si dovesse trovare un accordo su quattro settori diversi”.
Queste saranno dunque le basi su cui ripartirà la trattativa nell’incontro tra Aran e sindacati previsto per le prossime settimane. A Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief il compito di accettarle oppure attendere tempi migliori.
Decisivo, per arrivare almeno all’aumento lordo di 100 euro per tutti, lo stanziamento di 300 milioni che la legge di bilancio 2022 aveva previsto per la valorizzazione dei docenti e che Patrizio Bianchi si era impegnato a destinare agli incrementi in busta paga.
Per sbloccare lo stanziamento occorre un atto di indirizzo che al momento è però fermo nelle stanze del MEF.
Dal canto suo, il neo ministro all’Istruzione e al Merito Giuseppe Valditara ha affermato che per i docenti servono “soldi nuovi, soldi freschi” fondamentali per “tornare a valorizzare la figura professionale del docente”.